Comelico: perde la vita travolto da un albero.

La vittima si chiamava Mustapha Manneh, 32enne gambiano, molto conosciuto e amato in Cadore dove era arrivato nel 2016.


Santo Stefano di Cadore (BL), 18 – 10 – 21

Il giovane è morto questa mattina vita travolto da una pianta.

Verso le 9.40 il Soccorso alpino della Val Comelico è stato allertato per un uomo rimasto sotto un albero durante lavori boschivi.

Sul posto è volato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, una squadra del Soccorso alpino e del Sagf, Vigili del fuoco, Carabinieri. La pianta è stata spostata anche con l’aiuto dei colleghi del boscaiolo, ma purtroppo per lui non c’è stato niente da fare. La salma imbarellata è stata recuperata con il verricello dall’eliambulanza e trasportata in un punto accessibile al carro funebre. La vittima si chiamava Mustapha Manneh, gambiano di 32 anni, era in Cadore dal 2016. Fino a poche settimane fa lavorava con la Cooperativa Cadore Scs prima di intraprendere un nuovo lavoro.

Cordoglio in tutto il Cadore dove Mustafha era molto conosciuto e amato.

Il dolore dei colleghi della Cadore Scs:

Incidente sul lavoro in Val Visdende, il dolore della Cadore s.c.s.
Il 32enne gambiano aveva lavorato per la cooperativa fino a poche settimane fa
La notizia dell’infortunio mortale sul lavoro di questa mattina in Val Visdende travolge anche la
Cadore società cooperativa sociale – s.c.s.: la vittima, un 32enne del Gambia, nel 2016 era entrato
come richiedente asilo in cooperativa, dove è poi rimasto come lavoratore fino a fine settembre.
“Siamo rimasti tutti scioccati dalla notizia. – commenta la presidente Alessandra Buzzo – Il ragazzo
aveva lavorato per diverso tempo con noi nel servizio Global Service, e tutti quelli che lo hanno
conosciuto lo ricordano come un giovane sveglio e volenteroso. Solamente una quindicina di giorni
fa aveva lasciato la Cadore per affrontare questo nuovo lavoro, ed eravamo orgogliosi di questo
suo percorso fatto assieme a noi”.
“Non era solo un collega, ma un amico con il quale ho condiviso tanto, e questa tragedia lascia un
grande vuoto”: a ricordarlo così è Luca Valmassoi, che nel suo ruolo di responsabile dell’attività di
assistenza ai richiedenti asilo (attività svolta dalla Cadore dal 2011 al 2018) aveva avuto modo di
conoscere il giovane fin dal suo arrivo in Italia. “Era un ragazzo molto curioso e che aveva grandi
prospettive per il futuro: si distingueva per l’intraprendenza e la propositività, al suo arrivo era
stato avviato agli studi e aveva velocemente conseguito la licenza media. Di lui non dimenticherò
mai il carattere solare e aperto: aveva scelto di vivere da solo a Tai di Cadore e si era impegnato
per integrarsi nella comunità cadorina, tanto che ormai parlava anche un po’ di dialetto. Era un
animo gentile: lo ricordo quando andava al mercato a comprare i fiori da mettere sul balcone di
casa, o quando lavorava nel piccolo orto che si era fatto in giardino. Era una persona speciale e
quanto successo oggi mi lascia un grande vuoto dentro”.
“Il dramma di oggi ci lascia addolorati e senza parole. – aggiunge Buzzo – Pensare a questo giovane
che ha attraversato un intero continente e un viaggio in mare per venire a cercare speranza qui,
dove invece ha trovato la morte, è sconvolgente: come cooperativa ci rendiamo fin da ora
disponibili ad aiutare la famiglia in questo difficilissimo momento”.

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