«Il Servizio Provinciale Biblioteche va salvato: ci sono voluti vent’anni per metterlo in
piedi. Funziona, è efficiente, fa risparmiare: che si sia dovuto gestire da solo per un anno
senza il sostegno del Veneto, mentre la Regione fa lo gnorri, è già assurdo. Ma che ora si
lasci morire non perché i fondi non ci sono, ma perché non ci si decide ad assegnali, è da
Così Sergio Reolon, consigliere regionale PD, sostiene la petizione che le biblioteche
bellunesi stanno facendo girare per scongiurare la chiusura del Servizio Provinciale
Biblioteche, che nel 2014 ha gestito 17.000 utenti (per un totale di 151.000 prestiti di libri,
dvd, cd, con un risparmio di quasi tre milioni di euro).
Nel corso degli anni i contributi regionali sono stati sempre più erosi: erano 64.190 euro
nel 2009, 48.650 euro nel 2010, 23.234 nel 2013, fino ad arrivare allo zero del 2014.
«Avevamo perfino un Bibliobus che girava per portare i libri nelle frazioni, con centinaia di
utenti, ed ora l’interruzione dell’appalto esterno di catalogazione, a cui è stata costretta la
Provincia, non è che il primo passo per strozzare il servizio. Qui non si sta parlando di libri
e basta: qui si parla di qualità della vita decente, di livelli minimi di servizi, di spazi si
socialità. Di salvaguardare anche quelle realtà piccole e periferiche che una biblioteca
non possono permettersela. Non è che perché vivo in montagna devo fare lo yeti».
«Quello che la legge Delrio non assegna alle province è di competenza regionale, ma la
Regione Veneto non ha ancora definito le funzioni delle province e ciò che fa lei. La gente
pensa che definire le funzioni sia una questione astratta, invece le ripercussioni sono
proprio queste: non dai i soldi, chiude il servizio. Questi sono i risultati. Il fatto che la
Regione non abbia ancora definito le competenze e le funzioni che spettano alle Province
porta esattamente a queste situazioni».
«E’ vero: né la legge Delrio, né quella sulla specificità della provincia di Belluno parlano di
cultura. Ma la legge non dice che la cultura non è tra le competenze decisionali della
Regione: la legge non dice nulla. Quindi: è vero che non parla di cultura, ma neppure
vieta le decisioni in materia. Ti dice gli obblighi minimi, il resto dipende da quanta
autonomia hai deciso di dare. E’ questo il nodo.
Le competenze che la legge definisce sono materia obbligatoria: quelle che non ci sono,
non sono un obbligo, ma neppure vietate».
[…] parla del “Servizio provinciale biblioteche” del quale si paventa la chiusura. Prima ti fa un pippottone di aria superfritta che annoierebbe anche Napo Capo e tutta la scuola dei monitanti (coloro che […]
http://www.lozzodicadore.eu/blog/reolon-e-il-cubo-di-rubik-o-della-biblioalcolemia-degli-obblighi-minimi.html