MOLESTIE SUL PULLMINO: RICOSTRUITA LA SCENA DEL CRIMINE

MOLESTIE SUL PULLMINO: RICOSTRUITA LA SCENA DEL CRIMINE

La scena del crimine è stata ricostruita nei minimi particolari nei garage del Palazzo di giustizia bellunese dove uno scuolabus di un comune della provincia è stato portato all’esame degli inquirenti, per verificare se le mani dell’autista, mentre era al posto di guida, potevano arrivare, tra le cosce e sotto la maglietta, all’altezza della pancia, di una minorenne che gli era seduta dietro, in una strada in salita ed innevata.
Sequenze che secondo l’accusa sono realmente successe nel febbraio del 2009 a una ragazzina che stava ritornando a casa da scuola. Il capo d’imputazione parla di palpeggiamenti nelle parti intime, ma la vicenda è il classico rompicapo.
La ragazzina era l’ultima passeggera della corsa – quindi non ci sono testimoni – e l’autista, un cinquantenne incensurato, ha sempre negato con forza.
La simulazione della presunta violenza voleva dimostrare che fisicamente quell’approccio improprio, oggetto della contestazione, era possibile a differenza di quanto sosteneva la difesa, convinta dell’impossibilità meccanica di quei gesti.
L’imputato è stato chiamato a impersonare se stesso, mentre a fare la parte della presunta vittima è stata chiamata una donna. Ad assistere la stessa ragazzina che nel frattempo si è costituita parte civile.
Quanto alle conclusione l’Accusa si è detta soddisfatta: a quanto pare l’approccio sarebbe stato possibile.
Di contro, un’altra ragazzina sentita nel processo ha sottolineato come l’uomo avesse sempre tenuto un comportamento corretto e rispettoso.
Insomma, il quadro non è ancora delineato in attesa della sentenza prevista per il 6 giugno.

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