8 MARZO: A RISCHIO IL CENTRO ANTI-VIOLENZA DI BELLUNO.

Dalla sua nascita, nel 2003, al centro antiviolenza si sono rivolte 345 donne, con una media di 50-60 all’anno. Una ventina le donne accolte nella casa-rifugio, tredici i bambini.
Numeri che fanno riflettere al di là delle celebrazioni per l’8 marzo, spesso più di forma che di sostanza. Ora tutto questo rischia di scomparire e l’attività vedersi ridimensionata per la mancanza cronica di fondi.
Da qui la richiesta di Belluno Donna, l’associazione che gestisce tutte le attività di sostegno, alle Istituzioni: quella che il centro venga riconosciuto come luogo specifico per trattare la problematica. Non si può pensare che un’attività come quella svolta da un centro antiviolenza si regga solo sul volontariato», denunciano le volontarie.
Intanto i casi di maltrattamento in tribunale a Belluno non conoscono momenti di crisi, segno che c’è ancora molto da fare sul fronte dell’aiuto e della prevenzione

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