CONFERMATA LA PRESENZA DELLO SCIACALLO DORATO IN COMELICO. Servizio di Moreno Gioli

Le prime presenze di sciacallo dorato nel Bellunese risalgono al 1984, ma per avere dati certi di tipo riproduttivo bisogna risalire alla metà degli anni
’90 del XX secolo.
Le presenze di questa specie nella zona si sono poi succedute con discreta frequenza, ma per lo più con presenze isolate, riferite alla dispersione di
giovani maschi, pionieri solitari certamente capaci di compiere discreti spostamenti, talora anche di più di 200 chilometri.
Nel corso del 2019 e 2020 un gruppo di appassionati, cacciatori e non, ha raccolto diverse testimonianze da camera trapping riferibili a queste
presenze in Comelico. Le fotografie da foto-trappolaggio, eseguite grazie a sensori agli infrarossi, sono importanti per lo studio di questa elusiva
specie sociale, che conduce attività prevalentemente notturna.
Nella primavera 2020, tuttavia, una bella immagine raccolta da un cacciatore sui monti attorno alla frazione di Casada, nel Comune di Santo Stefano
di Cadore (Belluno), ha fatto supporre che nella zona ci fosse una femmina, che poteva sembrare in avanzato stato di gravidanza.
Le ricerche sono proseguite lentamente, sia per cercare di localizzare la stazione con precisione, sia per evitare di disturbare gli animali
eventualmente presenti. Nonostante ciò è stato possibile raccogliere altre immagini di questi animali, scattate tutto attorno alla stessa località.
Tuttavia potevano sempre essere interpretate come immagini di animali isolati, apparentemente sempre di sesso maschile, salvo forse alcune
testimonianze che riferivano anche di due animali assieme. Senza evidenze fotografiche il dubbio che potessero essere volpi, costantemente
confuse con lo sciacallo dorato, ha indotto alla prudenza.
Ma il 19 ottobre 2020 un cacciatore della zona ha ripreso due canidi di grande taglia assieme ad uno più piccolo. Il materiale è stato inviato a
Mirco Piccin, della Polizia provinciale di Belluno, il quale le ha girate Stefano Vendrami (Regione del Veneto/Provincia di Belluno). Stefano ha
pensato di inviarle a Michele Cassol per una opinione, il quale me le ha inviate.
La qualità delle immagini, completamente sovraesposte per un eccesso di illuminazione infrarossa, non era tale da consentire una identificazione
certa degli animali. Ma le loro silhouettes, che si stagliano nette sulla dorsale nera punteggiata delle luci di Danta di Cadore, consentivano di
ipotizzare che si trattasse di Canis aureus. Questo soprattutto per via delle loro orecchie piccole e i loro musi sottili, che stridevano sia con l’ipotesi
che si trattasse di lupi, sia che si trattasse di volpi.
Era necessario verificare con una breve survey bio-acustica, usando le metodologie bio-acustiche standard GOJAGE (Golden Jackal international
study Group Europe), ormai usate in tutto l’areale della specie. Esse prevedono di emettere ululati di un gruppo riproduttivo territoriale di sciacalli
dorati, che stimolano analoga risposta da parte dei gruppi presenti, allarmati dalla attività di un gruppo estraneo. Mentre maschi isolati in genere
non rispondono a questi richiami, i gruppi riproduttivi rispondono sempre, con una firma acustica finale così caratteristica che risulta anche
diagnostica nella attribuzione specifica dei vocalizzi.
Così, con la regia dell’amico dottore forestale Michele Cassol, alle 20.00 dei 28 ottobre 2020 ci siamo trovati a Santo Stefano di Cadore con
l’intenzione di effettuare una prima verifica bio-acustica della questione. Michele non ha potuto partecipare per leggeri problemi di salute, ma ci
aveva già inviato un’accurata mappa dei punti da stimolare.
Così ci siamo mossi con estrema precisione e rapidità.
Operatori presenti: Luca Lapini, Stefano Vendrami e Cesare Sacchet.
Alle 20.21 abbiamo effettuato la prima emissione standard (costituita da cinque brevi emissioni lanciate ad intervalli di tre minuti), dal punto dove
pareva essere stata scattata la fotografia del gruppo di animali. Il gruppo riproduttivo ci ha risposto immediatamente da circa 400 metri a valle, da
una formazione boschiva situata ad una quota di poco inferiore. Da un rapido confronto fra di noi abbiamo concluso che il numero minimo di
cantanti poteva essere compreso fra i tre e i cinque. Le altre quattro stimolazioni della stessa emissione standard non hanno ottenuto altre risposte,
salvo un singolo ululato privo di forma acustica, che per questa ragione non si è comunque potuto certamente attribuire alla specie.
Bella serata, densa di emozioni e prospettive difficili da descrivere. Ora si tratta di produrre altre informazioni da foto-trappolaggio, visto che il
gruppo internazionale GOJAGE raccomanda di non sovra-stimolare lo stesso gruppo, che dovrebbe essere richiamato al massimo con frequenze bitrimestrali, sia per evitare di allarmare gli animali, sia per non richiamare i lupi.
Il lupo è il maggiore antagonista dello sciacallo dorato, e se ne localizza un gruppo familiare lo preda attivamente (in Italia il fatto è già accaduto sia
in Provincia di Pordenone, sia di Bolzano). Dove questo avviene, gli sciacalli smettono di ululare adottando un tipico comportamento antipredatorio, e così anche il metodo di censimento bio-acustico non funziona più.
Una bella serata, che ha emozionato e stimolato tutti i presenti, e dimostra ancora una volta che la collaborazione del mondo venatorio è
indispensabile per localizzare i gruppi riproduttivi di questa specie.

Luca Lapini

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