Situazione idrica Roncole Belluno

Belluno, 4 aprile 2012 – Un incendio può mandare in crisi un acquedotto in periodi di forte siccità. E’ quanto è successo ieri sera all’acquedotto delle Roncole a Belluno, sistema da cui dipendono circa 500 utenze distribuite tra la zona di Giamosa e dintorni – Salce, Col di Salce, Giamosa, Bettin, Boscon e San Fermo, Col da Ren, Marisiga, Carmegn, Canzan, Col del Vin, Bes. L’incendio, scatenatosi ieri sera poco prima delle 19 in Via del Boscon, ha reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, che, fino alle 21, hanno dovuto prelevare acqua dall’acquedotto locale per spegnere rapidamente le fiamme, che rischiavano, data la forte siccità, di dilagare repentinamente. Inevitabile, al termine delle operazioni urgenti, un brusco calo di livello nelle sorgenti – dai 20 cm giornalieri della settimana scorsa ai 60 cm di questa notte.

«L’emergenza incendi – spiega la società – ha naturalmente priorità assoluta perché in gioco ci sono sicurezza e incolumità della collettività: anche in acquedotti con evidente carenza idrica, quindi, i prelievi per usi antincendio vengono naturalmente effettuati, il tutto in stretto raccordo con il nostro personale in modo tale da limitare i disagi all’utenza».

E se al momento l’erogazione di fatto manca solo ad alcune utenze, quelle poste più in quota di Via Canzan, nei prossimi giorni, in assenza di piogge consistenti, la situazione è destinata a peggiorare. «L’incendio non ci voleva sicuramente – spiega la società – ma la carenza in sorgente è comunque già in atto da tempo e questo evento ha solo anticipato di due/tre giorni gli effetti che già avevamo previsto. Da domani pomeriggio, quindi, posizioneremo la nostra autobotte, impegnata fino a stasera ad Aune, davanti alle scuole elementari di Giamosa, in modo da dare supporto alle utenze della zona e limitare i possibili disagi. Rinnoviamo, in ogni caso, l’invito all’utenza affinchè vengano ridotti i consumi di tutti allo stretto necessario: è indispensabile che questa misura venga mantenuta, perché contribuisce in modo significativo a limitare i disagi delle utenze più alte. Meno prelievi, più acqua per tutti, insomma».
Da un lato la siccità, quindi, che va a sommarsi inevitabilmente ad quadro di problemi strutturali noti da tempo e di difficile soluzione. «Questo acquedotto, come altri in provincia, ha rilevanti limiti strutturali: la portata delle captazioni è ridotta e variabile a seconda dell’andamento stagionale, in loco non vi sono altre sorgenti a cui poter attingere, la ramificazione delle condotte, molto vasta, non consente interconnessioni con altri acquedotti meglio riforniti.
L’abitato di Giamosa, poi, con rete acquedottistica insufficiente a sostenere la crescita residenziale degli ultimi dieci anni, è anche praticamente quasi allineato al serbatoio Bios, quindi, gioco forza, in casi di carenza d’acqua il poco dislivello diventa penalizzante. Va da sé, quindi, che periodicamente si presentino problemi nella fornitura idrica, sui quali, oggettivamente, poco possiamo fare in assenza di adeguati ed onerosi investimenti. Quanto realisticamente attuabile per migliorare il servizio in loco – conclude la società – ad oggi lo abbiamo già fatto: oltre a costruire il nuovo serbatoio e a ristrutturare le sorgenti, abbiamo sostituito integralmente tratti di rete pieni di perdite e, in questi giorni, stiamo allacciando ad un altro acquedotto l’utenza dei magazzini comunali di via Marisiga, in modo da escludere potenziali picchi di prelievo». Proseguono, nel frattempo, i rifornimenti con autobotti dei Vigili del Fuoco ad Aune di Sovramonte, mentre stretto monitoraggio viene mantenuto sulle sorgenti dell’Agordino, dell’Alpago, sul Venal di Ponte nelle Alpi, sulla Pezzericola a Sospirolo e sullo Schiara a Belluno.