SICCITA’: BIM GSP INVITA I SINDACI A VIETARE L’USO DELL’ACQUA PER SCOPI SECONDARI.

SICCITA’: BIM GSP INVITA I SINDACI A VIETARE L’USO DELL’ACQUA PER SCOPI SECONDARI.
Continua a destare seria preoccupazione, il continuo calo di portata delle sorgenti bellunesi dovuto dalla forte siccità degli ultimi sei mesi, dove l’accumulo nivale, rispetto alla media degli anni precedenti, è nettamente in deficit:
parliamo, infatti, di 104 milioni di metri cubi quale disponibilità d’acqua equivalente del manto nevoso contro una media di 300 milioni negli ultimi 9 anni e di 250 milioni negli ultimi 45 anni.
E non lasciano ben sperare, in termini di accumulo d’acqua, anche le previsioni per le prossime settimane: bel tempo diffuso salvo qualche sporadica precipitazione prevista a inizio mese.
Bim Gsp, quindi, ha deciso di correre ai ripari e, nei giorni scorsi, ha attivato le autorità competenti – Prefettura e Provincia – affinché venga valutata l’ipotesi di dichiarare lo stato di calamità naturale. «Al momento non vi è emergenza diffusa – spiega la società – ma la siccità, di fatto, c’è e si farà sentire, con diverse tempistiche, un po’ su tutto il territorio. Doveroso, quindi, da parte nostra mettere in campo le azioni che consentano di dare priorità al problema: attendiamo, ora, che le autorità competenti valutino la situazione».
Ma non è l’unica azione messa in moto da Bim Gsp: questa mattina, infatti, la società ha scritto a tutti i sindaci invitandoli a vietare, con apposite ordinanze, prelievi per usi secondari (lavaggio delle auto, innaffiamento di orti/giardini, ecc..). Non solo, Bim Gsp ha chiesto ai Comuni di monitorare eventuali prelievi anomali o non autorizzati dalla rete idrica locale, come pure di considerare, qualora necessario, l’eventuale razionamento dell’erogazione per le utenze produttive. Ciascuna amministrazione, inoltre, in caso di emergenza sarà tenuta a segnalare eventuali utenze ‘sensibili’ alle quali è opportuno garantire una fornitura idrica alternativa (persone anziane o disabili, strutture ospedaliere, case di riposo, ecc..).
«L’area più vulnerabile è sicuramente l’Agordino (Livinallongo, Rocca Pietore, Cencenighe, Canale d’Agordo, Rivamonte, Gosaldo, Voltago) a seguire il Feltrino con Sovramonte (Aune e Croce d’Aune tuttora alimentate da autobotti) e Arsiè (Mellame). Complessivamente, tra le due aree, sono stati effettuati 34 rifornimenti con autobotti per un totale di mille utenze. Viene mantenuto, inoltre, il monitoraggio anche sulle sorgenti del Venal a Ponte nelle Alpi (utenze di Coi de Pera), dell’Alpago e della Pezzericola (utenze di Sospirolo e via Antole a Belluno) e dello Schiara.