TOSCANI: IL FUTURO DELLA SANITA’ BELLUNESE NON SI DECIDE CON LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

TOSCANI: IL FUTURO DELLA SANITA’ BELLUNESE NON SI DECIDE CON LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

Venezia, 25 gennaio 2012 – “Il San Martino di Belluno dovrà necessariamente essere l’ospedale di riferimento dell’intera provincia, con un ruolo forte, al pari delle strutture degli altri capoluoghi veneti. Non potrà essere un ospedale di rete, perché questo comporterebbe un’inaccettabile subalternità rispetto al nosocomio di Treviso. Il che non è nemmeno immaginabile, visto l’inalienabile diritto dei bellunesi a una sanità di qualità”.

Così il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, alla vigilia della manifestazione a Venezia dei comitati bellunesi. Bloccato dall’influenza, il consigliere della Lega Nord difficilmente potrà essere presente all’incontro in programma a Palazzo Ferro-Fini. “Avrò comunque modo di esprimere le mie idee sulla sanità bellunese nelle sedi opportune”, assicura Toscani. Che aggiunge: “Non sono interessato a schierarmi aprioristicamente con quei i comitati che vogliono erigersi a unici paladini della sanità bellunese e a rappresentanti esclusivi del territorio e delle sue problematiche. Sono convinto che il futuro del sistema socio-sanitario della nostra provincia sarà deciso non dagli striscioni, dalle manifestazioni di protesta o da chi la spara più grossa sulla stampa, bensì da un serio e attento lavoro in commissione, con il governatore Luca Zaia e con l’assessore Luca Coletto. Naturalmente rappresentare il territorio a Venezia significa anche ascoltare i rappresentanti istituzionali, in particolare i sindaci, le associazioni di volontariato, se non addirittura i singoli cittadini che esprimono in modo costruttivo le proprie idee”.

“E’ sicuramente un momento importante – prosegue Matteo Toscani – perché in commissione è iniziata la discussione del piano regionale socio-sanitario, ma è del tutto fuori luogo, oltre che infondato e pericoloso, prospettare scenari catastrofici per la sanità bellunese. Ribadisco che il piano è soltanto una prima bozza sulla quale ragionare, bozza che peraltro è già stata migliorata d’ufficio, grazie a modifiche che riguardano proprio la montagna bellunese. Anche i parametri inseriti sono del tutto indicativi”. “Il piano – spiega ancora il vicepresidente dell’assemblea veneta – è stato elaborato dai tecnici. Il ruolo della politica è quello di tararlo alla realtà dei singoli territori. Per quel che riguarda la nostra provincia, la sua estensione rende necessaria una rete ospedaliera caratterizzata da strutture efficienti, moderne e capaci di interagire costantemente con l’ospedale di riferimento. Mi riferisco, ad esempio, a un rilancio dei dipartimenti e alla rotazione dei medici tra centro e periferia”.

“Il numero delle Ulss – conclude Matteo Toscani – è un tema che rischia di produrre solo divisioni e contrapposizioni campanilistiche, facendo perdere di vista il vero obiettivo da perseguire in modo unitario: garantire al territorio bellunese un ospedale all’avanguardia. Diversamente, il rischio che i nostri concittadini siano costretti a curarsi in altre strutture venete sarebbe reale. Non per colpa della Regione, ma a causa delle divisioni, delle polemiche strumentali e delle scelte sbagliate degli stessi bellunesi”.