SANITA’: VISITE A PAGAMENTO IN OSPEDALE, SOSPESO PRIMARIO INDAGINE GDF BELLUNO, ANCHE DIVIETO DIMORA

SANITA’: VISITE A PAGAMENTO IN OSPEDALE, SOSPESO PRIMARIO
INDAGINE GDF BELLUNO, ANCHE DIVIETO DIMORA
BELLUNO, 24 GEN – Il primario di Cardiologia dell’Ospedale di Pieve di Cadore (Belluno) è stato sospeso dall’esercizio dell’attività sanitaria perché, senza alcuna autorizzazione dell’Ulss, visitava a pagamento i suoi ‘clienti’ in Ospedale mentre i pazienti pubblici attendevano mesi in lista d’attesa.
Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di
Belluno, su disposizione del gip, ha notificato al medico le
misure cautelari della sospensione dall’attività di cardiologo
presso l’Ulss di competenza ed il divieto di dimora nel comune
di Pieve di Cadore, sede del nosocomio pubblico.
Per il medico la struttura ospedaliera, secondo quanto accertato dai finanzieri, sarebbe stata una dependance dei suoi ambulatori privati, tanto che era sua moglie a prendere le prenotazioni delle visite private da eseguire negli ambulatori
dell’ospedale con le attrezzature sanitarie pubbliche.
Il primario adesso deve rispondere di peculato aggravato continuato, truffa aggravata continuata ed interruzione di pubblico servizio. La moglie invece è accusata di concorso nel reato di truffa.
Un mese fa sempre i finanzieri avevano arrestato il primario
di ginecologia dell’ospedale di Pieve di Cadore che intascava
‘mazzette’ per la procreazione assistita.
Cinque mesi: è questo il tempo d’attesa per un paziente che vuole attualmente effettuare una visita cardiologica all’ospedale di Pieve di Cadore prenotandosi al centro unico per le prenotazioni sanitarie. Due settimane, invece, il tempo d’attesa, secondo quanto accertato dalle Fiamme gialle, per chi si rivolgeva privatamente al primario di cardiologia, Jacopo Dalle Mule, 64 anni, per effettuare la stessa visita. La visita non avveniva però in uno dei suoi due
ambulatori privati in provincia di Belluno, ma durante il normale orario di servizio e senza alcuna autorizzazione da parte dell’Ulss, all’interno dell’ospedale di Pieve di Cadore.
Le indagini sono scattate a seguito di alcune segnalazioni
pervenute alla Guardia di finanza di Belluno che già a fine
settembre 2011 aveva eseguito delle perquisizioni presso il reparto di cardiologia dell’ospedale di Pieve di Cadore, i due studi privati e l’abitazione del cardiologo. Grazie all’analisi della documentazione sequestrata ed alle testimonianze rese da pazienti, medici ed infermieri i finanzieri, coordinati dal pm Antonio Bianco, hanno ricostruito l’illecita attività del primario.
Il medico aveva affidato la gestione dei pazienti privati
alla moglie che da casa raccoglieva telefonicamente le
prenotazioni, spacciandosi – a volte – come “addetta alla
cardiologia di Pieve di Cadore”, fissando data e ora delle
visite (130 euro “scontati” a 100 se rinunciavano alla
ricevuta fiscale) da eseguire negli ambulatori ospedalieri con
le attrezzature sanitarie pubbliche. La prassi non era sfuggita
alle infermiere del reparto di cardiologia che si vedevano
arrivare numerosi pazienti, senza prenotazione, che sostenevano
di aver prenotato una visita privata col primario. Lo stesso
personale infermieristico in diverse occasioni aveva raccolto le
lamentele di pazienti che non capivano come mai dovessero pagare
il ticket all’ufficio cassa ospedaliero per una visita privata
già pagata in contanti al primario. Ultimamente Dalle Mule
avrebbe cercato di mascherare il suo comportamento suggerendo ai propri pazienti privati di rivolgersi al pronto soccorso
ospedaliero al fine di giustificare le visite “senza attesa”
presso il reparto di cardiologia.