GHIACCIAI. CONTE: NEL VENETO SONO SOTTO OSSERVAZIONE

GHIACCIAI. CONTE: NEL VENETO SONO SOTTO OSSERVAZIONE

Venezia, 17 novembre 2011- La neve e le temperature rigide sono indispensabili per la vita dei ghiacciai, che si stanno progressivamente riducendo. A ricordarlo è l’assessore regionale all’ambiente che sottolinea come con le intense piogge dell’ultima perturbazione che ha colpito con particolare intensità la Liguria e la Toscana, ma che non ha certo risparmiato le montagne venete, è arrivata anche la neve alle quote più elevate. “Una nevicata – aggiunge – che, anche se non eccezionale, dovrebbe finalmente dare il via all’inverno alpino, con la speranza che le precipitazioni nevose siano abbondanti al fine di garantire una indispensabile riserva di acqua per la prossima stagione estiva. La neve non è solo risorsa idrica, ma è anche un elemento importantissimo per il turismo invernale e per l’industria dello sci, che richiede piste ben innevate, meglio se con il prodotto naturale piuttosto che con quello artificiale sparato dai cannoni” .

“La neve – prosegue Conte – rappresenta ancora un fattore indispensabile di conservazione di quel paesaggio naturale costituito dei ghiacciai, presenti nella nostra regione all’interno dei diversi gruppi dolomitici. Nelle Dolomiti infatti, pur non essendoci la presenza di fasce altimetriche mediamente molto elevate, anche se si contano innumerevoli cime che superano i 3000 metri di quota, vi sono numerosi ghiacciai, anche se non tutti grandi e famosi come quelli della Marmolada o dell’Antelao. Nell’intera regione dolomitica, suddivisa tra Veneto e Trentino Alto Adige, sono state censite oltre una ottantina di formazioni riconosciute come ghiacciai o glacionevati. Ce lo dice l’ARPAV che ha cominciato fin dal 1982 una campagna di monitoraggio sui territori di alta quota soprattutto finalizzata a individuare e misurare le masse gelate delle Dolomiti”.

“Un lavoro di grande interesse – commenta Conte – che si è protratto nel tempo e culminato nell’aggiornamento del Catasto dei Ghiacciai portato a termine nell’estate del 2009, dopo ben 27 anni di monitoraggi. Da questi studi si è potuto capire come, purtroppo, quei mutamenti climatici iniziati repentinamente attorno alla metà degli anni ’80 abbiano influenzato in maniera negativa i nostri ghiacciai che, da allora, sono andati via via riducendosi, con arretramenti vistosi delle fronti, diminuzioni drastiche di area e di spessore, fino a giungere a qualche definitiva scomparsa. Un fenomeno affascinante che vale la pena di seguire con attenzione, ma anche preoccupante per i segnali che in questo modo il clima ci sta inviando”.

“Ora, stiamo assistendo ad una diminuzione delle precipitazioni medie invernali – conclude Conte – ma con un andamento che sovente presenta situazioni opposte da un inverno all’altro. Così come pure i cicli pluviometrici estivi che, con temperature sempre più elevate, determinano una forte fusione della massa gelata, specialmente nel periodo di fine estate-inizio autunno, quando più forte è l’ablazione sui ghiacciai che hanno già perso la copertura della neve invernale. La speranza è dunque per un inverno nevoso, non solo per sostenere turisticamente il periodo natalizio, ma anche perché sulle nostre montagne si ricostituiscano le riserve di acqua per soddisfare il fabbisogno della prossima estate”.