BOND (PDL) SU NUOVI SOLDI ALL’ALTO ADIGE: “MI SEMBRA UNA RAPINA A MANO ARMATA. ZAIA CI AIUTI A SVENTARLA”

BOND (PDL) SU NUOVI SOLDI ALL’ALTO ADIGE: “MI SEMBRA UNA RAPINA A MANO ARMATA. ZAIA CI AIUTI A SVENTARLA”

“Farò di tutto per sventare questa ennesima rapina a mano armata. La mano è quella di Durnwalder e l’arma impropria è costituita da uno statuto speciale che non ha più alcuna giustificazione storica e che viene agitato con sempre maggiore arroganza”.

Questo il commento del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond di fronte alla notizia che il Governo starebbe per stanziare ulteriori 74 milioni di euro a favore dell’Alto Adige. “La beffa è che quei soldi dovrebbero arrivare dal Fas, il fondo per le aree svantaggiate. Ormai, quando si parla di regioni a statuto speciale, non mi scandalizzo più, ma stavolta – con i chiari di luna che stiamo attraversando – una decisione del genere non può lasciarci indifferenti”.

Bond tira fuori la calcolatrice: “Con 74 milioni di euro si risolvono i problemi del bilancio della Provincia di Belluno e, in parte, anche quelli del bilancio regionale. Penso soltanto al trasporto pubblico locale piuttosto che alle scuole paritarie”.

Da qui l’appello a Zaia e ai parlamentari veneti: “La decisione non è stata ancora formalizzata. Dobbiamo fare in modo che non avvenga. Semmai quei soldi spettano alle regioni ordinarie, al Veneto in primis e, più in particolare, a quelle realtà che soffrono maggiormente la concorrenza dell’Alto Adige che è tutto tranne che una zona depressa. Zaia deve attivare i suoi canali e far valere le ragioni di chi tira la carretta senza aiutini”.

La tematica è sentita in tutto il Veneto, non solo nelle zone confinanti. Ne è prova l’appello lanciato ieri sera da Adria – nel corso di un convegno del Pdl organizzato dal coordinatore provinciale Mauro Mainardi – da parte del presidente del Consiglio comunale di Rovigo Paolo Avezzù, che ha chiesto ai rappresentanti politici presenti – su tutti il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti – di chiudere l’epoca dei privilegi alle realtà speciali. “Privilegi”, ha sottolineato Avezzù, “sempre più intollerabili soprattutto in un momento di crisi”.