Egregio Presidente Zaia,
Le scrivo questa lettera per sottoporLe un problema che mi sta particolarmente a cuore.
In queste settimane ho ricevuto varie sollecitazioni da alcune persone che vivono e che amano la montagna, in particolare dagli amici del Cai, il Club Alpino Italiano, uno dei baluardi – lo dico senza retorica – dell’essere “montanari”.
Succede che tra questi amici della montagna c’è un malumore serpeggiante: si sentono abbandonati perchè quest’anno non sarebbero arrivate le risorse previste solitamente dalla legge 33 del 2002. Parliamo di duecentomila euro da destinarsi alla manutenzione dei sentieri e delle vie ferrate.
Senza risorse, questo patrimonio rischia di essere chiuso per carenza oggettiva dei requisiti minimi di sicurezza. So che qualche esponente del Cai è addirittura intenzionato a chiedere l’interdizione dei tratti meno sicuri ai sindaci, gli unici che hanno il potere di farlo.
Ora, sono il primo a capire la gravità del momento storico e la mancanza di risorse, ma Le ricordo anche che la montagna ha un equilibrio molto fragile. Da queste parti, l’incuria e l’indifferenza pesano più che altrove perchè vanno a sommarsi a situazioni di disagio che solo chi vive in montagna conosce.
E mi conceda di essere cinico. Recentemente abbiamo trovato le risorse per garantire l’attività del Soccorso Alpino. Non è stata una partita scontata ma non potevamo fare altrimenti perchè parliamo di vite umane. Sostenere il Cnsas significa garantire maggiore sicurezza agli abitanti e ai frequentatori della montagna, senza contare la valenza turistica di un servizio del genere.
Lo stesso ragionamento vale anche per le vie ferrate e i sentieri. Se sono sicuri, ne traggono beneficio tutti. Anche i soccorrittori. Perché un sentiero in buone condizioni è un sentiero meno pericoloso, dove ci si fa meno male e quindi ci sono meno interventi. E poi, e qui sta il cinismo, costa meno mettere a posto una ferrata che intervenire con un elicottero, fosse anche solo per una caviglia rotta.
Lo so che ci sono pochi soldi, ma diamo un segnale di vicinanza a chi vive e ama la montagna. Presidente, glielo dico da bellunese e da amante delle Dolomiti e di tutti i monti veneti: è un amore che non ha prezzo.
Sinceramente,
Dario Bond