Lettera che il consigliere regionale Dario Bond ha inviato pochi giorni fa al presidente della giunta Luca Zaia e riguardante la sentieristica di montagna. Bond si fa portavoce di alcuni disagi emersi tra gli addetti ai lavori.

Egregio Presidente Zaia,

Le scrivo questa lettera per sottoporLe un problema che mi sta particolarmente a cuore.

In queste settimane ho ricevuto varie sollecitazioni da alcune persone che vivono e che amano la montagna, in particolare dagli amici del Cai, il Club Alpino Italiano, uno dei baluardi – lo dico senza retorica – dell’essere “montanari”.

Succede che tra questi amici della montagna c’è un malumore serpeggiante: si sentono abbandonati perchè quest’anno non sarebbero arrivate le risorse previste solitamente dalla legge 33 del 2002. Parliamo di duecentomila euro da destinarsi alla manutenzione dei sentieri e delle vie ferrate.

Senza risorse, questo patrimonio rischia di essere chiuso per carenza oggettiva dei requisiti minimi di sicurezza. So che qualche esponente del Cai è addirittura intenzionato a chiedere l’interdizione dei tratti meno sicuri ai sindaci, gli unici che hanno il potere di farlo.

Ora, sono il primo a capire la gravità del momento storico e la mancanza di risorse, ma Le ricordo anche che la montagna ha un equilibrio molto fragile. Da queste parti, l’incuria e l’indifferenza pesano più che altrove perchè vanno a sommarsi a situazioni di disagio che solo chi vive in montagna conosce.

E mi conceda di essere cinico. Recentemente abbiamo trovato le risorse per garantire l’attività del Soccorso Alpino. Non è stata una partita scontata ma non potevamo fare altrimenti perchè parliamo di vite umane. Sostenere il Cnsas significa garantire maggiore sicurezza agli abitanti e ai frequentatori della montagna, senza contare la valenza turistica di un servizio del genere.

Lo stesso ragionamento vale anche per le vie ferrate e i sentieri. Se sono sicuri, ne traggono beneficio tutti. Anche i soccorrittori. Perché un sentiero in buone condizioni è un sentiero meno pericoloso, dove ci si fa meno male e quindi ci sono meno interventi. E poi, e qui sta il cinismo, costa meno mettere a posto una ferrata che intervenire con un elicottero, fosse anche solo per una caviglia rotta.

Lo so che ci sono pochi soldi, ma diamo un segnale di vicinanza a chi vive e ama la montagna. Presidente, glielo dico da bellunese e da amante delle Dolomiti e di tutti i monti veneti: è un amore che non ha prezzo.

Sinceramente,

Dario Bond