BOND (PDL) SU PATTO DI SOVERZENE: “GRANDE RISULTATO PER LA MONTAGNA. ORA PUNTIAMO SU ENEL GREEN POWER E GLI ATO”

BOND (PDL) SU PATTO DI SOVERZENE: “GRANDE RISULTATO PER LA MONTAGNA. ORA PUNTIAMO SU ENEL GREEN POWER E GLI ATO”

“L’accordo di oggi dimostra che se si va avanti con la condivisione di tutti i soggetti del territorio si possono portare a casa grandi risultati. E’ un metodo che ci dobbiamo dare anche per il futuro, un futuro che sarà contrassegnato da mille difficoltà economiche e dalla necessità di garantire alle amministrazioni locali i soldi per andare avanti”.

Così il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond ha salutato l’accordo sottoscritto questa mattina alla centrale idroelettrica di Soverzene (Belluno) con cui l’Enel verserà a 28 comuni bellunesi una quota dell’Ici relativa alle nuove rendite catastali. All’incontro, oltre a Bond, al presidente della Provincia di Belluno e ai vertici della società di produzione, erano presenti numerosi sindaci e amministratori dei territori interessati da Enel: “Una presenza che con il tempo è diventata un’opportunità anche per i comuni ospitanti”, sottolinea Bond, sempre più convinto della necessità che i sindaci bellunesi tutelino e valorizzino le loro risorse idriche. “La nostra provincia è un’autentica banca dell’acqua, per questo dobbiamo averne cura e darle il valore che merita in un’ottica di vera eco-sostenibilità”.

Ma il risultato raggiunto oggi dopo anni di incontri e studi, deve essere solo il primo passo: “Occorre trovare una soluzione analoga anche per i tanti impianti di Enel Green Power presenti nella nostra provincia che sono 22 per una capacità netta installata di 82,8 MegaWatt. Una ricchezza che è giusto ricada in parte anche sul nostro territorio”.

E c’è un altro ragionamento che sta a cuore al capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale: “Dobbiamo trovare il modo per obbligare gli Ato a versare il fondo del tre per cento istituito da una legge regionale alcuni anni fa e che doveva andare a favore di Comuni e Comunità montane per opere di difesa idrogeologica. Si era introdotta una quota annua ma di quei soldi non si è visto il becco di un quattrino. Parliamo di 17 milioni all’anno, di cui circa 10 milioni al solo Bellunese. Adesso dobbiamo riprenderla in mano e capire cosa possiamo fare per renderla operativa: alcune proposte, provenienti da diversi fronti, sono già sul tavolo”.