Percorso espositivo per immergersi nell’atmosfera di altri tempi- Borgata Cimasappada-fino a settembre

NUOVA E INTERESSANTE INIZIATIVA DEGLI ABITANTI DELLA BORGATA DI CIMASAPPADA

Dopo il successo ottenuto con l’illustrazione attraverso i manichini di fieno del Carnevale sappadino lungo le vie e le case di legno della borgata, Cima Sappada si è ripetuta con una nuova ed originale iniziativa allestendo, con figuranti di fieno , gli antichi stabili della tradizione abitativa ed economica e della vita di tutti i giorni lungo un percorso che attraversa l’intera borgata di storiche case di legno, di fienili, di case e di stalle indorati dal sole, di balconi ridondanti di fiori, di fontane caratteristiche e di tanti “segni” riconducibili alla storia ed alla vita nei secoli degli abitanti di Cima Sappada.

Lungo le vie incontriamo undici splendidi spaventapasseri che, nell’antica parlata sappadina vengono chiamati “Gerschtemendlan”, che rappresentano personaggi di credenza popolare o realmente esistiti, o si rifanno ad antiche filastrocche, o rappresentano ragazzi particolari o giovincelle a cui veniva attribuito un appellativo particolare per il modo di vestire o si raccontavano storielle di fantasmi che aspettavano i bambini disubbedienti, oppure individuavano donne dal carattere estremamente positivo o donne che assomigliavano, in senso dispregiativo , a degli stracci usati per la pulizia dei forni usati per fare il pane.

Estremamente significativa è la ricostruzione di una antica abitazione, ancora esistente a metà della borgata, nel cui interno si possono ammirare una cucina originale con in un angolo, adagiato su una alzata di sassi, il fuoco aperto con intorno le panchine e seduti, alcuni personaggi della tradizione. Sull’angolo opposto una tavola imbandita con una famigliola intenta a consumare le pietanze tipiche di una volta. Tutte le pareti sono annerite dal fumo e in alto si intravedono i listelli ove veniva appeso lo speck, le salsicce, i senkilan, e sui lati sopra le madie, vi sono appoggiate le ricotte disposte in fila affinchè assorbano il fumo e assumano quel gusto unico, forte e particolare della ricotta affumicata. Vicino si può ammirare una scenetta di vita familiare inserita in una autentica “Stube” sappadina.

Il secondo stabile recuperato è la vecchia latteria sociale, rimasta intatta tale e quale a quando fu costruita agli inizi del novecento, anche in essa è stato collocato la figura del casaro, della donna che vi porta il latte, delle fasi della pesatura , delle fasi della lavorazione del latte e tutta una serie di attrezzature utilizzate per la produzione degli antichi prodotti lattiero-caseari.

Il terzo stabile ancora integro è un’antica lavanderia fatta di mastelli, di donne intente a lavare i panni, di antichi fornelli accesi per scaldare l’acqua, di recipienti contenenti la cenere utilizzata per far diventare le antiche lenzuola di lino ancor più bianche e profumate.

Tutta questa scenografia è stata corredata non solo da personaggi umani ma anche dagli animali che animavano la vita di tutti i giorni nelle antiche abitazioni come mucche, maiali, galline, pecore e galli tutti inseriti nelle scene in modo piacevole e simpatico.

Nell’antica abitazione è stato posto un libriccino ove il visitatore può apporvi un suo commento e la sua firma; i commenti finora registrati sono di ammirazione, di stupore, di giudizi estremamente positivi per quanto una comunità così piccola come il borgo di Cima Sappada abbia potuto realizzare e ricostruire la vita di un tempo con i suoi valori, le sue usanze e le sue particolarità di un’isola linguistica tedesca racchiusa in un cerchio di montagne dolomitiche, unica come un piccolo gioiello in una valle incantata.

Il percorso espositivo è stato aperto i primi giorni di luglio e vi rimarrà fino alla prima settimana di settembre. Si possono visitare le antiche case così ambientate tutti i giorni feriali dalle 15,30 alle 19,30, mentre nei giorni festivi anche la mattina dalle 10,00 alle 12,00.