AMBIENTE: RIFIUTI; VENETO VIRTUOSO DIFFERENZIA QUASI IL 60% RISPETTO AL 2009 GLI SCARTI URBANI SONO AUMENTATI DELL’1,6%

AMBIENTE: RIFIUTI; VENETO VIRTUOSO DIFFERENZIA QUASI IL 60% RISPETTO AL 2009 GLI SCARTI URBANI SONO AUMENTATI DELL’1,6

VENEZIA, 19 LUG – Quasi due milioni 408mila 570 tonnellate con un aumento dell’1,6% rispetto al 2009 per una produzione pro capite di 488 chilogrammi all’anno, 1,34 kg al giorno, lievitata dell’1%. Sono i rifiuti che i veneti hanno prodotto nel 2010 smaltiti per il 58,3% attraverso la raccolta differenziata (+2%), indicatore che consente al Veneto di superare ormai da quattro anni la soglia-obiettivo del 50% stabilita dal Piano Regionale Rifiuti Urbani. Traguardo che ha permesso l’aumento dei conferimenti nei termovalorizzatori e la riduzione delle discariche. Il quadro di questo specifico tema ambientale è stato fatto oggi dal direttore generale dell’Arpav Carlo Emanuele Pepe e dall’assessore all’Ambiente Maurizio Conte. Con queste cifre il Veneto si sta avvicinando a grandi passi ai traguardi di differenziata del 60% entro fine anno e del 65% ertro la fine del 2012 previsti dalla normativa nazionale. Del resto il 57% dei Comuni veneti, pari al 47% della popolazione sta già toccando il 65% di differenziata. Tra le province venete è Treviso la più attenta alle esigenze ambientali raggiungendo il 72% di raccolta differenziata seguita da Rovigo, Vicenza, Padova, Verona e Belluno. Unica ad ‘arrancare’ su questo fronte è Venezia che, con per le sue caratteristiche urbane e turistiche sta appena sfiorando il 50%. “L’Arpav controlla che i rifiuti vengano avviati al corretto recupero – ha spiegato Pepe – un’azione fondamentale”. E sotto l’occhio dell’Agenzia Regionale dallepattumiere di casa i rifiuti prendono strade diverse. La frazione organica, 631mila tonnellate, è avviata in 21 impianti di compostaggio e a una cinquantina di piccoli impianti di trattamento del verde. Complessivamente questi impianti avrebbero la possibilità di ricevere un milione di tonnellate all’anno. I rifiuti secchi, carta, vetro plastica, finiscono in una quarantina di impianti a cui si aggiungono circa 150 impianti di piccole dimensioni. Lo scorso anno il 23,7% del rifiuto urbano è stato avviato a impianti di trattamento meccanico, biologico: il secco non riciclabile (475mila tonnellate)é stato avviato al trattamento meccanico-biologico finalizzato alla produzione di Cdr. Nei tre impianti di incenerimento veneti a Fusina, Schio e Padova (un quarto, quello di Cà del Bue, è fermo)sono avviate direttamente 204 mila tonnellate. Cala l’utilizzo delle discariche dove lo scorso anno sono finite 230mila tonnellate di rifiuti urbani, il 27,3% in meno. “L’obiettivo – ha indicato Conte che ha ribadito il no ai rifiuti di Napoli – è quello di portare sempre più rifiuti nei termovalorizzatori per trasformarli in energia e quindi averne riscontri economici. Nuovi impianti in ogni caso non sono necessari perché già quelli esistenti possono ricevere i rifiuti delle province che ne ospitano”. Conte ha annunciato entro fine anno il varo del nuovo piano rifiuti al quale spera di aggregare anche quello relativo ai rifiuti speciali che nelle intenzioni regionali dovrebbero trovare spazio e trattamenti negli impianti che già operano con quelli urbani. “Stiamo analizzando i singoli piani provinciali – ha osservato – e poi coordineremo il nuovo piano”.