CENTRI ESTETICI MASCHERATI DA ASSOCIAZIONI: LA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE MAXI EVASIONE, C’E’ ANCHE UN CENTRO DI CORTINA

Nell’ambito dell’attività di polizia economico-finanziaria volta al contrasto dell’evasione fiscale
e delle pratiche concorrenziali scorrette mediante lo strumentale utilizzo di forme giuridiche
proprie del Terzo Settore, la Compagnia della Guardia di Finanza di Padova, con l’indagine
denominata “La Grande Bellezza”, ha individuato un sistema evasivo posto in essere da una
vera e propria catena di centri estetici, organizzati formalmente come associazioni non
riconosciute, ma di fatto esercenti attività commerciale, facenti capo ad una coppia di
imprenditori (C.G. di Bagnoli di Sopra e F.D. di Stanghella) e ad un loro collaboratore (B.G.
di Este), operanti da svariati anni nel settore degli istituti di bellezza e già noti per irregolarità
della stessa natura.
I controlli ispettivi hanno interessato 8 associazioni riconducibili ad amici e familiari
compiacenti dei predetti imprenditori, i quali rivestivano solo formalmente la carica di
presidenti delle realtà sociali investigate.
I saloni di bellezza operavano tanto nella bassa padovana (Conselve, Abano Terme,
Monselice, Este, Piove di Sacco), quanto in altre province venete (nel veneziano, nel rodigino
e perfino a Cortina d’Ampezzo).
Nel tempo i centri estetici, anche grazie ai prezzi concorrenziali consentiti dall’evasione
fiscale, avevano attirato un sempre maggior numero di clienti, tanto da raggiungere una
media annuale di circa 4.500 soci.
Inoltre, tutti i centri pubblicizzavano la propria attività utilizzando un marchio comune, un unico
sito internet, dei listini prezzi caratterizzati dalla stessa grafica, l’indicazione di prezzi
coincidenti e tipologie di trattamento offerti al pubblico, recanti sul retro gli indirizzi delle varie
sedi patavine, tanto da lasciar intendere agli avventori di essere parte di un’unica “catena
commerciale”.
Anche se all’ingresso dell’esercizio era riportata la dicitura “Riservato ai soci” e l’accesso ai
servizi avveniva previo tesseramento gratuito all’associazione, l’unica differenza rispetto ad
un normale centro estetico era costituita dall’assenza di registratori di cassa, sebbene per
ogni trattamento estetico fosse necessario corrispondere una specifica tariffa.
Oltre alle 8 associazioni, l’operazione della Guardia di Finanza ha interessato ulteriori 7
soggetti economici (n. 2 società di capitali, n. 2 società di persone, n. 3 ditte individuali), gestiti
dal medesimo pool imprenditoriale, relativamente ai quali è stata constata l’omessa
registrazione di operazioni imponibili, l’occultamento della documentazione contabile e, in
taluni casi, anche l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali.
Gli accertamenti effettuati hanno permesso di rilevare come le sedi delle società e delle ditte
individuali si alternassero frequentemente e/o si sovrapponessero a quelle degli enti non
commerciali e che numerosi dipendenti o ex dipendenti delle prime rivestivano il ruolo di
presidente o socio-lavoratore nell’ambito delle associazioni, creando commistione e
confusione nella gestione dei diversi istituti di bellezza.
Le associazioni operavano di fatto come aziende nel settore dell’estetica e, attraverso l’analisi
degli statuti, della documentazione contabile ed extracontabile e soprattutto dell’operatività
dei soci, di fatto veri e propri clienti, si è evidenziato come tutte le entrate confluissero nelle
casse degli imprenditori senza alcuna dichiarazione fiscale.
Proprio al fine di sviare i controlli, uno dei soggetti dominus, pur manifestando un elevato
tenore di vita, non risultava intestatario di alcun immobile né di autoveicoli.
L’operazione in questione ha portato alla denuncia alla competente Autorità Giudiziaria di n.
3 soggetti per il reato di Occultamento di scritture e documenti contabili (ex art. 10 D.Lgs.
74/2000), di scoprire n. 6 evasori totali e di rilevare complessivamente ricavi non dichiarati al
Fisco per un importo di Euro 4.593.054,00, nonché il mancato versamento di IVA pari a Euro
915.745,00.
L’Agenzia delle Entrate, confermando i rilievi formulati dalla Guardia di Finanza, ha già
provveduto ad emanare i relativi avvisi di accertamento, rendendo così esecutiva la pretesa
erariale.
L’attività della Guardia di Finanza di Padova prosegue nel monitoraggio dei potenziali schemi
di evasione al fine di prevenire e contrastare, tra gli altri, l’utilizzo distorto della forma giuridica
associativa.
Tale espediente è infatti molto spesso utilizzato per l’ottenimento di indebite agevolazioni
fiscali, prescindendo in toto dallo scopo dello statuto costitutivo e svolgendo, di fatto, una vera
e propria attività commerciale, in concorrenza sleale rispetto agli operatori economici onesti.
Fonte: Guardia di Finanza Padova

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