CODE IN ALEMAGNA – BORTOLUZZI: “PROBLEMA INSOSTENIBILE, SERVE PROLUNGAMENTO AUTOSTRADALE”

«La situazione del traffico in Alemagna si è fatta insostenibile. Registriamo ripercussioni anche sui cantieri di messa in sicurezza delle frane in Cadore». È quanto afferma il consigliere provinciale delegato alla Difesa del Suolo, Massimo Bortoluzzi, che in questi giorni sta monitorando alcuni interventi di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico tra Lorenzago, Centro Cadore e Cancia (Borca).
«Le imprese che stanno lavorando in queste settimane lamentano la difficoltà di approvvigionamento dei materiali, in quanto i mezzi subiscono pesanti ritardi dovuti al traffico sulla Statale 51 – sottolinea il consigliere Bortoluzzi -. Prima le code erano un problema solo dei fine settimana, adesso invece, con i cantieri Anas, sono una costante dal lunedì alla domenica. Abbiamo la necessità di trovare una soluzione rapida, altrimenti rischiamo di allungare a dismisura i tempi di interventi indispensabili per la sicurezza dei nostri paesi e quindi per la vivibilità delle terre alte».
Le proposte sono concrete: dall’utilizzo dei movieri, in modo da snellire le code in maniera elastica; fino ai «cantieri notturni a pieno regime, solo così si possono ridurre gli impatti negativi dei lavori sulla Alemagna».
«Oltre al turismo, che rischiamo di perdere per le code chilometriche che si formano ogni fine settimana – il venerdì e il sabato in salita, la domenica in discesa – abbiamo un problema legato alla mobilità dei residenti e alla sicurezza – continua il consigliere Bortoluzzi -. Cosa succede in caso di incidente, di incendio, o di necessità di ambulanza in una giornata di ingorghi? Dove passano i mezzi di soccorso? Sono sempre più convinto che la soluzione sia quella del prolungamento autostradale, perlomeno fino a Tai di Cadore, anche per dare una possibilità di sviluppo ai territori, con reinvestimento dei proventi per benefici diffusi in tutta la provincia. Non si trovino i soliti preconcetti che sentiamo ormai da anni per dire che i paesi morirebbero con l’autostrada, perché per lo stesso motivo non dovremmo fare neanche le varianti del famoso Piano Anas. I collegamenti veloci non sono mortali, tutt’altro. Se non avessimo la A27, esisterebbero ancora le zone industriali in Alpago e a Longarone? E anche l’impatto ambientale può essere risolto: oggi non ci sono più le tecnologie di 30 anni fa. E comunque, i chilometri di coda ogni fine settimana non sono certo meno impattanti».

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