REGOLE E COMUNANZA IN ALPAGO: “STRUMENTO DI TUTELA DEL TERRITORIO E PER IL RILANCIO TURISTICO” Podcast

Grande successo per il convegno su regole e comunanza, organizzato a Lamosano dal Comune di Chies e Regole dell’Alpago. Decine di persone, tra addetti ai lavori e semplici cittadini, hanno seguito con interesse la discussione sul futuro delle proprietà collettive alpagote.
“Le Regole sono uno strumento di tutela e difesa del territorio, non solo di quello montano, ma anche delle valli. Troppo spesso – commenta l’europarlamentare Herbert Dorfmann – ci dimentichiamo che senza sicurezza in montagna, non può esserci sicurezza nemmeno in pianura. Frane, alluvioni, straripamento dei fiumi: la gestione e la tutela dell’acqua e del suolo devono essere garantite in montagna per dare sicurezza a tutti i cittadini. L’idea della comunanza delle Regole dell’Alpago mi pare molto interessante, soprattutto per il suo ruolo di gestione del territorio. Il recupero e la tutela dell’ambiente e del patrimonio edilizio avranno una forte ricaduta anche sul settore turistico: i turisti non vengono a vedere i boschi incolti, vogliono un territorio aperto, coltivato, pulito, accogliente”.
“Nel momento in cui servono investimenti importanti, servono grandi realtà per sostenerli – aggiunge Giovanni La Via, Presidente della Commissione Europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare – e la comunanza delle regole è un segnale in questo senso. La regola è un’istituzione che garantisce il bene comune non solo per i regolieri, ma per tutti i cittadini: il mantenimento dei boschi, la difesa delle coltivazioni, il ripristino degli edifici sono azioni fondamentali per difendere la montagna. Grazie alla comunanza, aumenteranno le superfici gestite e le possibilità di intervento: con progetti come questi, che uniscono storia, tradizione e ambiente, possiamo rendere attrattivi anche i territori cosiddetti marginali. Fate di questo ambiente la vostra ricchezza: – l’appello di La Via – noi dal Parlamento Europeo siamo pronti e disponibili a darvi una mano in questo cammino”.
Ad introdurre i lavori, il “padrone di casa” Gianluca Dal Borgo, sindaco di Chies d’Alpago: “E’ importante aprire una discussione su questi temi; – ha affermato – il futuro di Chies, dell’Alpago e di tutto il territorio passa per la difesa e la tutela del nostro ambiente. Fondamentale sarà la collaborazione con l’onorevole Dorfmann, un uomo che viene dall’Alto Adige, una realtà dove regole e comunanze funzionano con successo da oltre 40 anni. Sarà importante mantenere contatti e rapporti con loro”.
Durante l’incontro, è toccato all’avvocato Elisa Tommasella tracciare il quadro attuale della normativa a livello nazionale ed europeo, ricordando come le regole esistano da anni in tutta Europa. “E’ importante la realizzazione della comunanza in questo periodo: – ha spiegato – la gestione collettiva dell’ambiente puà tutelare il territorio senza dover rinunciare alla proprietà privata”.
Dopo un’approfondita ricostruzione storica delle Regole dell’Alpago dalle origini ad oggi da parte di Sheila De Battista, è toccato poi a Giampaolo De March, dottore forestale, spiegare il ruolo della comunanza: “La comunanza è una nuova entità, senza patrimonio diretto, che guarda oltre i confini di ogni singola regola. – ha spiegato – Non decide sulle questioni interne delle regole, non chiede contributi extra a regole e regolieri, non agisce senza assenso di ciascuna regola che la costituisce; consente di guardare alla necessità del territorio senza limite di confine, permetterà una gestione associata della burocrazia, risparmiando ad esempio le spese della burocrazia. Infine, permette di aprire nuove finestre sul mercato: ad esempio, con una rotazione tra le regole del taglio e pulizia dei boschi, la comunanza potrà fornire quantità costanti di biomasse anche importanti a chi ne farà richiesta”.
Un esempio di possibile progetto è stato illustrato da Giada Saviana, giovane architetto: “Puntiamo alla riqualificazione del nostro territorio tramite il recupero edilizio dell’intero territorio alpino dell’Alpago; – ha spiegato – ci sono eccellenze affiancate a realtà abbandonate, una crescita smisurata del bosco, la frammentazione delle proprietà. Puntiamo a interventi che possano avere ricadute anche sulle aree circostanti, partendo da piccoli lavori sui punti già funzionanti per finire alle aree abbandonate; dobbiamo intervenire sull’edilizia, sulla viabilità, sulla possibilità di utilizzo degli immobili tutto l’anno”.
“Se si riesce a dare opportunità di lavoro a chi vuole difendere il territorio, piantare nuove coltivazioni, intervenire su un patrimonio edilizio a rischio degrado, se non già abbandonato, – chiosa Dorfmann – si dà una grande possibilità non solo a questi cittadini, ma a tutto il territorio”.