Alcuni giorni addietro, la volante della Questura si portava in una frazione di questo
capoluogo, in quanto una persona segnalava di avere appena udito l’assordante rumore di
un colpo d’arma, ad una distanza ravvicinata dalla sua abitazione. Sul posto contattava la
richiedente la quale, ancora palesemente scossa, faceva notare alla pattuglia che
all’interno del suo ampio scoperto stava gironzolando anche un cane da caccia, razza
segugio italiano, di piccola taglia, che poco prima si trovava in compagnia di un cacciatore,
avvistato dalla medesima, sulla vicina collinetta.
A questo punto gli agenti riuscivano ad avvicinare l’animale ed a scorgere i dati del
collarino che portava ad identificare C.G. padrone della bestiola. Sulla scorta dei dati
appena riscontrati gli operatori effettuavano alcuni accertamenti presso i nostri specifici
archivi amministrativi riscontrando che lo stesso era in possesso di regolare licenza di
In virtù di tali indicazioni la volante si portava presso l’abitazione di quest’ultimo per
espletare le verifiche e gli accertamenti del caso. In quella sede si individuava ed
identificava l’uomo in questione il quale a diretta risposta degli agenti spiegava di essere
appena tornato da un’uscita di caccia, durante la quale aveva “preso” una lepre selvatica.
Alla luce di quanto sopra emerso, atteso che dalla ricostruzione dei fatti e
dall’esame dei luoghi la posizione del cacciatore avvistato immediatamente dopo lo sparo
risultava, quanto a distanza dalle abitazioni e loro pertinenze, di gran lunga inferiore a
quella consentita dalla Legge per l’attività venatoria, si sanzionava amministrativamente
C.G. bellunese, di anni 73, al pagamento di 206 Euro per la condotta venatoria in
violazione dell’art.21 lett. e) della L.157/92 per aver effettuato ”l’esercizio venatorio….nelle
zone comprese nel raggio di cento metri da immobili”.