TAMBRE: INTENSA GIORNATA DI ADDESTRAMENTO IN VALANGA IN PALANTINA

argylleesrcitazione_palantina_09_03_14 (1)eesrcitazione_palantina_09_03_14 (4)eesrcitazione_palantina_09_03_14 (5) Quattro Stazioni del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, Alpago, Belluno, Longarone e Prealpi Trevigiane, chiamate a intervenire assieme in caso di valanga, hanno preso parte ieri alla simulazione di un’emergenza sulle nevi del Cimon di Palantina. Una quarantina di soccorritori si sono ritrovatisi a Col Indes, dove alle 8.30 è iniziata la simulazione di un vero intervento, a cominciare dalle rotazioni dell’elicottero sostitutivo di Inaer, messo a disposizione da Suem 118 e Soccorso alpino per le ore di addestramento annuale delle Stazioni, per trasportare le squadre a Casera Palantina, dove una valanga ‘aveva sepolto’ alcuni scialpinisti. In realtà, sul versante del Cimon di Palantina, il giorno prima, sono stati allestiti due diversi campi su altrettante vecchie valanghe e nascosti manichini, oggetti e Arva. I soccorritori hanno quindi dovuto mettere in pratica tutte le manovre eseguite in un vero intervento in valanga, uno dei più complessi per la rapidità d’intervento richiesta e per l’elevato numero di persone da coordinare. Un direttore di valanga ha gestito l’intera mattinata, mentre sui campi si sono alternate le diverse squadre, per dar modo a tutti i soccorritori presenti di mettere in pratica ogni fase di intervento: dalle domande ai testimoni per avere tutte le informazioni possibili, al coordinamento delle unità cinofile e dei tecnici – che utilizzeranno apparecchi elettronici come Arva e Recco e procederanno con i sondaggi, alla delimitazione dell’area con predisposizione di una sentinella – per segnalare eventuali altri distacchi – e di un “cancelletto” per censire i volontari presenti, alla chiamata, se necessaria, di altro personale sanitario, fino alla bonifica finale. Presente anche un’unità cinofila da valanga: guidata dal suo conduttore, Argyll in poco più di un minuto ha fiutato, in due occasioni differenti, un figurante sepolto nella neve. Il personale medico ha infine illustrato tutta la parte attinente all’estrazione dalla neve e alle prime manovre sanitarie destinate ai travolti. In emergenza, è l’equipaggio dell’elicottero – medico, tecnico di elisoccorso e unità cinofila – il primo a raggiungere la valanga. L’utilizzo del mezzo aereo è di fondamentale importanza perchè, statistiche alla mano, il grafico della sopravvivenza dei sepolti in valanga mostra la percentuale maggiore, il 90%, nei primi 18 minuti. Successivamente le probabilità diminuiscono: dai 18 ai 35 minuti si ha il 34 % di sopravvivenza, dai 35 ai 90 il 28 %. Sopra i 90 minuti, il 7 %. Ovviamente nei primi 18 minuti è importantissimo l’autosoccorso e la capacità dei compagni rimasti fuori valanga di individuare e aiutare chi è rimasto sepolto. Per ogni persona travolta dalla neve dovrebbe intervenire un elicottero con un medico rianimatore, proveniente anche dalle basi limitrofe a Pieve di Cadore: Treviso, Bolzano, Trento. Dopo aver seppellito oggetti di diversa consistenza, è stato quindi allestito anche un punto di prova per testare la sensibilità con le sonde. Infine alcuni soccorritori sono stati imbarcati e sbarcati con il verricello, per affinare il trasporto in luoghi impervi. L’esercitazione si è conclusa con la valutazione finale, sono così emersi eventuali errori da eliminare o migliorie da apportare in caso di reale emergenza.

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